Letterina a Mamma Natale3 min read

Cara Mamma Natale, scrivo a te perché credo  tuo marito non avrà certo il tempo di leggere queste mie righe, preso com’è adesso dal fare il corriere gratis per mezzo mondo.

Poi scrivo a te perché mi sembra giusto farlo: se è vero che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna non posso che farti i complimenti per come sei riuscita in tutti questi anni a tenerlo in forma, a motivarlo, ad aiutarlo e quindi ad aiutare tutti noi. Quindi grazie, anche per gli anni futuri.

 

Per rimanere in tema voglio fare una piccola confessione. Sono anni che lo noto con piacere ma oramai e chiaro a tutti: in un mondo maschilista come quello del vino finalmente le donne hanno fatto capire a tutti che noi maschietti dobbiamo correre e non poco per stargli dietro.  Nel campo giornalistico, in quello della promozione e/o organizzazione, in quello difficilissimo della vendita e naturalmente nella produzione le donne ci danno molti ma molti punti. Nel momento in cui tutti dobbiamo essere più buoni e sinceri mi è sembrato giusto ammetterlo.

 

E mi sembra giusto ammettere che mi manca tantissimo la facciona dolce di Kyle Phillips. Se potessi chiederti un dono Mamma Natale vorrei che tuo marito portasse ai suoi familiari una slitta piena di pace e di bei ricordi, che gli permetta di vivere questi giorni ricordandolo senza sentirsi molto tristi.

 

Ma veniamo a noi. Come detto  non voglio regali. Oddio…di desideri ne avrei tanti per la testa, ma capisco che su certe cose tu non abbia molto margine per intervenire.

Per esempio vorrei che il giornalismo enogastronomico sul web avesse quell’importanza che merita, che finalmente, facendo seriamente questo lavoro, si potesse anche pensare di vivere degnamente, naturalmente senza  vendere l’anima al diavolo.

Mi piacerebbe anche, ma questo so che è impossibile, si evitasse ogni anno di definire la vendemmia come la migliore del secolo, naturalmente strombazzandolo ai primi di agosto. Se il mondo del vino non è molto conosciuto forse è anche colpa di noi giornalisti che riportiamo “notizie non notizie” o addirittura informazioni assolutamente false o senza fondamento, ma magari se i produttori di vino si mettessero una manina sul cuore e presentassero le vendemmie per quelle che realmente sono…darebbero una grossa mano a tutti.

 

Chissà quanti hanno chiesto a tuo marito una bella guida dei vini in regalo: spero tanti ma non ne sono molto convinto, mentre sono convinto che tante sterili discussioni dovrebbero essere bruciate nei camini. La prima quella sulla contrapposizione tra seguaci del cosiddetto naturale e il resto del mondo. Fino a quando le reciproche parti parleranno solo per demonizzare l’altra non si andrà da nessuna parte, mentre utilizzando due semplici parole “conoscenza” e “rispetto”,  sono convinto si possano superare tante barriere.

 

Una barriera che al mondo del vino risulta invece insuperabile è quella per arrivare sul grande schermo. Ci sono migliaia di programmi di cucina, distese di padelle a tutte le ore,  sfilate di interviste a cuochi di successo (o presunti tali), sequele di Master Chef e nemmeno uno straccio di programma dedicato al vino. Se servisse sarei anche pronto a gareggiare in un Master Wine, addirittura utilizzando il modo di parlare di Bastianich per affermare “Devio bere questo vino? Tu vuoi che io muoro?”

 

Spero invece vivano e molto a lungo tutti i collaboratori di Winesurf! Cara Mamma Natale, questo favore me lo devi proprio fare. In un momento in cui tuo marito dorme, monta sulla slitta e con un giro veloce porta un GRAZIE grosso come una casa ma leggero come un sorriso a tutti i bravissimi collaboratori che stanno portando Winesurf molto, ma molto in alto. A proposito, già che ci sei, lo stesso ringraziamento portalo anche a tutti quelli ci seguono e ci leggono. Come dici? I lettori  sono troppi, non ce la fai in poco tempo?  Proprio questo volevo sentirti dire, grazie.

Auguri a tutti!

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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