Custoza puntozero2 min read

Domenica 15 settembre, nella seicentesca Villa Venier, circa trenta produttori di Bianco di Custoza hanno dato appuntamento a stampa specializzata e appassionati.

Per la prima volta è stato possibile incontrare tutti insieme i produttori di un vino che al momento non riesce ancora ad imporsi a livello nazionale e viene consumato soprattutto a livello locale.

Il Custoza è un vino bianco delle colline tra Verona e il Garda, che ha come principale uva di riferimento la Garganega. E proprio in onore di questo vitigno la manifestazione ha visto presenti anche un piccolo gruppo di produttori in rappresentanza di altre zone limitrofe: Soave, Gambellara, Colli Berici e Colli Mantovani del Garda.

In assaggio un centinaio di vini tra ultime annate e, fatto insolito e ben gradito, un banco di assaggio con vini da annate molto meno recenti.

Il responsabile della comunicazione del Consorzio, Angelo Peretti, ha da poco intrapreso un percorso insieme ai produttori: lo scopo è di individuare la strada attraverso la quale il Custoza dovrebbe crescere ed evolversi.

La longevità è  uno dei due parametri cardine su cui il Custoza dovrebbe puntare: il vitigno Garganega si presta a produrre vini di medio invecchiamento e questa potrebbe essere una delle carte da giocare per una denominazione che non ha molte possibilità di confrontarsi al momento con altre più conosciute quali Soave e Gambellara. Per alcuni dei vini presentati ho potuto apprezzare un ottimo stadio di invecchiamento fino al millesimo 2006, oltre quell’annata i segni del tempo cominciavano ad essere evidenti per la maggior parte dei vini, che andavano indietro fino al 1999.

L’altro parametro sposa in pieno la nostra filosofia di assaggio: la riconoscibilità vino vitigno. Al momento il disciplinare del Custoza è una babele di vitigni in cui Trebbiano e Garganega  possono partecipare fino a circa 40% ognuno. Il vitigno Garganega è comunque quello che conferisce maggior carattere e personalità al vino; l’auspicio di un uso sempre più importante di questo potrà portare la denominazione ad una maggiore caratterizzazione e riconoscibilità.

Da notare che  il momento in cui avviene l’evento è ideale per poter apprezzare meglio i vini: dopo l’estate, quando gli stessi ormai hanno assunto un loro assetto stabile con alcuni mesi di bottiglia. Tale fattore è tutt’altro che scontato per troppi degli eventi di questa tipologia.

Dunque una buona partenza per il Custoza; sarà molto interessante seguire il percorso di questa nuova fase, nella speranza che i produttori comprendano l’importanza del miglioramento qualitativo dei loro vini, unica strada possibile alla sopravvivenza di un nome storico della provincia di Verona.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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