Un’onda di Amastuola1 min read

L’altopiano carsico tarantino è il naturale proseguimento di quello barese e offre da questo punto di vista una continuità territoriale fatta di rocce affioranti, terreni poveri e poco profondi.

Le murge , baresi, tarantine o salentine che siano, si assomigliano un po’ tutte, offrendo in fondo anche le stesse coltivazioni che, pascoli a parte, sono principalmente l’ulivo e la vite

Non sorprende quindi se ad esempio parlando di Primitivo ed in questo caso di quello ottenuto sulle colline che circondano Massafra spingendosi verso Crispiano, esso assomiglia più a quello collinare di Gioia che a quello di pianura di Manduria.

Una sorta di terra di mezzo, che pur appartenendo geograficamente al territorio tarantino , morfologicamente è invece vicina a quello gioiese e come in quest’ultimo ha elevazioni che raggiungono i duecento metri e buone escursioni termiche.

Parlo del primitivo dell’azienda Amastuola, che con i suoi bellissimi vigneti ad onda, coltivati biologicamente, sta da qualche tempo imponendosi tra le realtà più interessanti e dinamiche della regione.

I vigneti sono ancora giovani, ma già ora mostrano un potenziale fuori dall’ordinario ed ii primitivo alle sue prime uscite mostra già quale stoffa aspettarsi per il futuro.

Al naso un attacco floreale a mostrare la sua particolarità, poi frutta lievemente speziata.

La bocca è pervasa da un frutto maturo e dolce sottolineato da note di marasca e prugna nera, mentre il finale di buona persistenza viene invaso la sentori di liquirizia nera e fini accenni tannici.

 

 

 

 

Amastuola Primitivo 2011

Puglia IGP

Az.: Amastuola

Tel.: 099.8805668

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

 

 

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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