Terranera, riuscitissimo blend!1 min read

Non sono mai stato uno strenuo  assertore dell’uvaggio in purezza, se non in alcuni casi e per motivi storici  di autenticità territoriale.

I nostri cugini d’oltralpe non hanno  nessun pregiudizio nel sommare vitigni diversi, prova ne sia che i famosi vini bordolesi sono un assemblaggio di più vitigni, perché quel che conta è il risultato finale.

Certo cosa diversa è “contaminare” un vitigno autoctono con uno internazionale, ma anche qui occorre vedere il risultato finale e soprattutto a quale mercato è destinato.

Ci sono però vini che tradizionalmente sono stati sempre il frutto di uvaggi, ad esempio in Puglia il Negroamaro con la Malvasia o il Nero di Troia con il Montepulciano.

Le ragioni ovviamente sono quelle di rendere questi vini più gradevoli, giocando sulla perfetta integrazione dei  due vitigni.

A volte però c’è anche un terzo incomodo, come in questo Terranera del Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, storico viticoltore dell’andriese, dove a far da “intruso” c’è l’Aglianico.

Un blend ben riuscito, piacevole, non banale,  giocato anche  nei toni del rovere con buon  equilibrio, senza fastidiose esuberanze.

Vino che senz’altro definirei”di bocca” ed anche se all’olfatto le note fruttate e balsamiche sono invitati, è al palato che si realizza compiutamente con la moderata morbidezza di un frutto maturo e caldo  adagiato su sensazioni speziate di liquirizia  ed accenni di tabacco. Buona e non eccessiva la struttura ed anche i tannini sfumano in un finale che li mostra presenti e ben articolati.      

 

 

Terranera 2008

Castel del Monte Riserva DOC
Az. : Conte Spagnoletti Zeuli
Tel.: 0883 569511
Uvaggio: Nero di Troia-Montepulciano-Aglianico

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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