Gioia e Manduria: primitivi e separati1 min read

Considerati fratelli ma separati in casa, nati dalla stessa madre, ma vissuti in ambienti diversi,

Uno, quello di Manduria, vigoroso, possente nelle sue forme, immediato nella percezione , fruttato che a volte vira verso la confettura, con quella corposità tipica della pianura.

L’altro meno dirompente, più duttile, con un corredo olfattivo a volte anche complesso, sfiorando il floreale, frutto della sua natura collinare. Due facce della stessa medaglia entrambe validissime che hanno caratterizzato in questi ultimi anni il “mondo Primitivo”.

Non si tratta di stabilire nessuna supremazia, non si discute su quale sia il migliore, entrambi piacciono ed accontentano gusti diversi.

La contrapposizione tra Manduria e Gioia del Colle non ha senso, si tratta invece di cogliere le sfumature che rendono grandi entrambi i vini. Eccoci a questo Primitivo Riserva di Plantamura, che tra le etichette é forse quella meno premiata ma non per questo meno valida. Coltivazione biologica ad alberello, 60 q.li. per ettaro, 12 mesi in cisterne di acciaio, 12 mesi in botti di rovere, per ottenere un vino dalle caratteristiche speziate da cui emergono frutti neri maturi.

Piacevolmente avvolgente senza essere ridondante con accenni di sotto spirito e liquirizia molto ben calibrati. Una interpretazione del Primitivo gioiese che si lascia apprezzare per la sua bevibilità, così difficile con vini dal corpo ed dal frutto così deciso.

 

 

Gioia del Colle Primitivo

Riserva 2008

Etichetta Bianca

Az.; Plantamura

Tel.:080 3430044

Uvaggio: Primitivo

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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