Agosto marziano2 min read

Quando è troppo è troppo!

Con agosto abbiamo toccato l’apice del caldo, venendo già da un periodo altrettanto topico che non ha lasciato scampo alle nostre campagne agricole. L’estate certamente è fatta di sole, caldo, mare, montagna, relax, ma quando le temperature elevate si sommano ad un’afa alle stelle e a siccità senza fine, siamo in un’estate sui generis (per essere buoni) che mette in ginocchio le produzioni agricole e viticole in particolare.


La siccità e le alte temperature hanno incrementato l’evapotraspirazione riducendo ulteriormente la disponibilità di acqua alle piante, sottoponendo le viti ad un ulteriore stress idrico e termico.

I vigneti più giovani hanno mostrano sofferenza, le uve hanno maturato difformemente e sono rimaste con acini piccoli. Lo stesso è valso per alcuni vigneti posti nelle posizioni più esposte e con terreni poco profondi. In alcuni casi anche le foglie non hanno tenuto, con la perdita precoce di alcune nella parte basale della fascia produttiva. Sui grappoli maggiormente esposti alla luce diretta, le temperature eccessive raggiunte dagli acini, hanno determinato anche alterazioni della fisiologia e della maturazione che si bloccata. Inoltre si sono riscontrati danni da scottatura su singoli acini o porzioni di grappolo, con alterazioni del colore o avvizzimenti e appassimenti, fino alla completa disidratazione.

I terreni, soprattutto quelli argillosi, si sono fessurati per secchezza; quelli sabbiosi e calcarei sono diventati più fini quasi da sembrare borotalco da quanto erano asciutti. Osservando i paesaggi attorno ai vigneti, nei boschi si vedevano piante che avevano iniziato a seccare. Tutto arido attorno, quasi il paesaggio di Marte.

L’estate 2012 ormai è risultata come la seconda più calda degli ultimi 200 anni. Solamente l’estate del 2003 è stata più rovente dell’estate di quest’anno, giusto perché aveva avuto un maggio più caldo!

Che questa sia la tendenza delle ultime estati è un dato di fatto: estati piuttosto lunghe e molto calde, una situazione che si ripete in pratica dall’inizio del nuovo millennio.

Quello che fa pensare al domani è come incontrare queste situazioni così complesse. Sicuramente contro la natura non si può andare. Molti pensano di dotare i vigneti dell’impianto d’irrigazione, ma non è così semplice, per i costi e per la disponibilità idrica o di bacini che possano sopperire a questa nuova esigenza.

Altro si potrebbe fare in vigneto, poco, ma qualcosa lo faremo o per lo meno bisogna pensarci!

Intanto andiamo in vendemmia…
 

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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