Valuto i vini agggratis, quindi non sono credibile?3 min read

Sarà che il mare mi rende particolarmente nervoso, sarà che la vecchiaia avanza a balzi da gigante ma mettendomi davanti al computer  mentre attorno le pance marittime si contano  a grappoli divento ancora più intrattabile. Così  vengono fuori idee che sarebbe meglio discutere con calma di fronte ad un camino acceso.

L’idea è: se faccio (facciamo) una guida ai vini online gratuita questa, in quanto gratuita, è automaticamente di valore inferiore rispetto ad una cartacea? In particolare: le valutazioni dei degustatori di Winesurf che, pur essendo tutti professionisti del settore non ricevono compenso per le loro prestazioni, valgono meno di quelle di uno che riceve X euro (diciamo da 50 a 100 per cascare in piedi)? 

Prima di tutto cerchiamo di spiegare una cosa: viene quasi spontaneo pensare che un qualcosa di gratuito sia per definizione meno approfondito e ben fatto di un qualcosa per cui hai pagato. Questo è magari vero in moltissime situazioni della vita ma su internet il meccanismo imperante del “tutto gratis” può portare a valutazioni sbagliate.

Premessa non da poco: sia io sia la stragrande maggioranza dei collaboratori di Winesurf abbiamo diretto o partecipato a guide cartacee sul vino. Quindi non solo non siamo persone che si è improvvisata assaggiatore ma conosciamo bene i meccanismi che portano a creare una guida.

Ve li presentiamo velocemente.

Ad inizio anno si contattano consorzi o associazioni che possono organizzarti le degustazioni, oppure si inviano richieste alle aziende per avere le campionature. Nel primo caso i degustatori vanno presso il consorzio X (ospitati in loco) e nell’arco di alcuni giorni assaggiano un bel numero di vini (diciamo 100 al giorno per stare bassi). Nel caso in cui i campioni arrivino in una sede i vini vengono scartonati, catalogati, anonimizzati e solo dopo serviti e degustati dalle varie commissioni. Una volta assaggiati e valutati i vini si riassaggiano eventuali dubbi e si scrivono le schede con le valutazioni.

Tutto questo (a parte la successiva impaginazione e stampa)  lo facciamo anche noi, magari non sistematicamente in tutta Italia e per tutti i vini Italiani ma comunque le nostre degustazioni riguardano circa 4000 vini all’anno. Se proprio vogliamo essere pignoli noi non facciamo le finali, anche perché non abbiamo da stimolare il pubblico all’acquisto con i Tre Bricchieri, i Cinque Grappoli, le Cinque stelle e compagnia cantante.

Allora: noi operiamo allo stesso modo delle guide cartacee solamente…..non riceviamo compenso perché pubblichiamo gratuitamente i risultati. Questo toglie valore e peso,  “a prescindere” alle nostre valutazioni?

Non ho risposte precofenzionate. Nei giorni scorso su un social network il caro amico Giorgio Melandri sosteneva che il nostro recensire vini, non essendo un lavoro retribuito, avesse minor valore di quelli che lo fanno dietro compenso. Può anche essere vero anzi, se proprio vogliamo fare gli avvocati del diavolo,  lavorando gratis rischiamo di togliere lavoro a chi invece ci raccatta la pagnotta?

Ripeto, non voglio essere io a dare risposte, mi piacerebbe invece che i nostri lettori ci regalassero un loro parere in merito. Parere da sotto l’ombrellone e gratuito….quindi meno valido?

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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