Vigna Savuco 2007, la dolcezza del magliocco. Presto anche DOC1 min read

Solo qualche anno fa pensare alla Calabria e ad un vino così, al di fuori dei nomi storici della regione, era assolutamente impensabile.

Che i tempi siano cambiati si avverte nel continuo fermento che pervade la regione da nord a sud, con il Consorzio vini Calabria Citra al centro che ha aggregato oltre 50 aziende.

Non mancherà molto e i vini calabresi conquisteranno, sono sicuro, uno spazio consono alla loro qualità. Intendiamoci, grandi produttori in questa regione ci sono sempre stati, ma si potevano contare sulle dita di una mano.

Oggi il fenomeno è più diffuso, i produttori più maturi, i consumatori più attenti e disposti alle novità, specie quando anche il prezzo è vantaggioso.

Vini come il Vigna Savuco di Demetrio Stancati, che dal 1995 ha iniziato una costante opera di rifacimento dei vigneti, orientandoli a moderni sistemi di allevamento, sono emblematici della nuova viticoltura calabrese. Questa punta moltissimo sul recupero di varietà autoctone che in questa parte della regione vuol dire soprattutto Magliocco Dolce.

Un’ uva di tarda maturazione che si vendemmia solitamente nella seconda decade di ottobre, con un notevole corredo polifenolico che la porta ad essere naturalmente destinata a un discreto invecchiamento.

Il Vigna Savuco 2007, che porta ancora la vecchia denominazione di IGT Valle del Crati, uscirà dalle prossime annata come sottozona della nuova DOC Terre di Cosenza.

Con un lieve appassimento sulla pianta mostra carattere olfattivo complesso, segnato da un frutto maturo non ancora in confettura (mora, frutti neri di sottobosco e spezie) in un contesto polposo ed alcolico (14,5 °), sottolineato da buona acidità. Il finale di bocca è lungo e piacevole con caffè e liquirizia stemperati in un dolce tannino.

 

Rosso Valle del Crati IGT

Az.: Serracavallo

tel.: 0984

Varietà: Magliocco Dolce

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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