Il Gaglioppo e i suoi fratelli3 min read

Il libro non è una novità, è stato edito nel 2008 ed appartiene a quei libri che vengono, almeno per me, messi da parte per essere tirati fuori quando se ne sente la necessità.

L’occasione di una lettura più approfondita mi è stata data per la preparazione di una lezione monotematica dedicata alla Calabria nell’ambito dei corsi dell’ONAV.

“Gaglioppo e i suoi fratelli “è il suo titolo ed espone i risultati di un progetto promosso, voluto  e sostenuto dall’azienda dei fratelli Librandi e che ha trovato sponda  nell’ Assessorato Agricoltura della regione Calabria. Il progetto scientifico è di Mario Fregoni ed hanno partecipato  fior fiore di professionisti e ricercatori di tutta Italia.

Se c’è una regione in cui è difficile districarsi tra i diversi vitigni coltivati  questa è senz’altro la Calabria. L’intreccio tra  sinonimi (vitigni identici denominati in modo diverso nelle diverse località) e omonimi (vitigni differenti indicati con lo stesso nome) rende estremamente complicato parlare di questi vitigni senza correre il rischio di prendere delle sonore cantonate.

Nonostante i pregevoli studi per il Riordino del Germoplasma Viticolo della Calabria condotti dall’Istituto di Virologia vegetale di Grugliasco (TO), dall’istituto Agrario di san Michele all’Adige e dal Dip. Gestione dei Sistemi Agrari e Forestali dell’Università di Reggio Calabria, si è  ancora ben lontani dall’aver chiarito tutti gli interrogativi di una situazione ampelografica molto complessa.

Restano ancora molti dubbi sulla corrispondenza di alcuni sinonimi ed omonimi con  quelli iscritti  nel registro Nazionale delle Varietà. Uno studio che andrebbe ulteriormente ampliato con riferimento particolare ai quei vitigni che sostengono le DOC.  Il lavoro  mette in luce un giacimento di diversità viticole che non ha forse pari in Italia; merita grande attenzione e  sono certo avrà in futuro moltissimo da dire. Forse andrebbe ancora maggiormente rafforzata la ricerca e le tecniche più strettamente enologiche, branca in cui la regione non ha in passato eccessivamente brillato.

La zona storica del Cirotano,  pur rappresentando   il 29% della superficie vitata è al 60% in quanto a produzione dei vini Doc  e da qualche anno affiancata da altri territori che stanno cercando di imporsi sui mercati internazionali e nei gusti dei consumatori. Intendiamoci siamo nei piccoli numeri di nicchia, la  Calabria a livello nazionale rappresenta il 2% e quanto a produzione di vino circa 1%, tuttavia oggi la regione mostra un fermento di piccole realtà che vanno ad aggiungersi a quelle storicamente conosciute e consolidate.

I vitigni dominanti sono naturalmente il Gaglioppo ed i Magliocco tra quelli a bacca rossa, mentre tra quelli a bacca bianca il Greco fa la parte del leone affiancato da Guardavalle e Mantonioco . Impossibile non ricordare il Greco di Bianco uno dei vini dolci più antichi del Mediterraneo e non citare il Moscato di Saracena, altra chicca enologica della regione.

Tornando al libro  è un lavoro corale, fondamentale per chi vuole approfondire questi aspetti, che ritengo affascinanti della storia e della coltivazione della vite in una regione di cui si conosce ancora poco e che non finisce di stupirci.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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