Come provare a fare il LaVin Lover e vivere (felice). L’amica6 min read

La possibilità del non raggiungimento dell’obiettivo con una portatrice sana di gnocca della tipologia “la Brava”, potrebbe incrinare la sicurezza del nostro laVin Lover evoluto e mettere a rischio l’andamento futuro della sua Recherche. Occorre quindi  rimotivare immediatamente il nostro.

Lo facciamo partendo da una motto del ventennio fascista (poi parafrasato ad usum belli in “Molti nemici, molto onore”): il nostro dovrà stamparsi in testa la frase “Molta gnocca molto onore”. Questo vuol dire che di gnocca è pieno il mondo ed un misero rifiuto, anche dal punto di vista statistico, non inficia minimamente le possibilità future.

Inoltre proprio un rifiuto deve servire a fortificare l’animo e, dopo la regolamentare serie di improperi e bestemmioni lanciati all’indirizzo dell’universo mondo, farti vedere le cose sotto la giusta luce.

Voi magari pensavate che tutto fosse dovuto, che bastasse presentarsi al corso per trovarsi un congruo numero di gnocche servite in tavola. In realtà occorre tenere presente una verità incontrovertibile: la gnocca non è libera di disporre di se stessa. Essa è strettamente legata a quell’essere strano e di difficile comprensione chiamato per convenzione donna.

Da un punto di vista meramente aristotelico la gnocca tenderebbe sempre al suo  luogo naturale, già definito a suo tempo come “uomo”.  Purtroppo però la donna,  perfida per natura, osteggia in tutti i modi con pensieri, parole, opere e omissioni (per sua culpa, sua culpa, sua maxima culpa) il raggiungimento di tale luogo naturale. Notate che parlo di Aristotele e non di pratiche platoniche.

Quindi, è dura da digerire, ma per permettere alla gnocca di liberarsi dal giogo femminile, occorre fare i conti con la donna stessa, in particolare con colei che se ne dichiara proprietaria ed usufruttuaria.

A tal scopo abbiamo già visto come l’utilizzo del vino tenda naturalmente ad allentare questi schiavistici vincoli. Occorre però impegnarsi sempre e comunque per evitare che sul più bello la padrona decida diversamente e renda aristotelicamente (e non solo) infelice sia la gnocca sia  il motore immobile (giocoforza..) posizionato in noi maschietti. Tenete comunque presente che la gnocca sarà sempiternamente attratta dal suo luogo naturale, a voi basterà essere pronti e sapere come agire.

 

Quindi, avendo chiarito una volta per tutte la situazione e corroborato  l’animo del nostro,  passiamo a parlare della portatrice sana di gnocca partecipante al vostro corso di degustazione, definita “L’amica”.

 

L’amica è venuta al corso perché convinta da un’amica appassionata di vino. In altre parole è venuta nel ruolo di dama di compagnia. E’ quindi una corsista non molto motivata, almeno all’inizio. L’Amica però ha la caratteristica di appassionarsi facilmente alla materia e soprattutto quella di essere sempre molto più carina dell’altra. 

L’amica ha ovviamente anche altre caratteristiche, una su tutte si evidenzierà immediatamente: non sarà mai d’accordo con quello che dirà o penserà sul vino la sua amica. Se per quest’ultima in uno chardonnay il sentore di banana è chiaro come il sole, lei invece punterà sul melone maturo. La nota pepata del sirah sarà divisa a metà, lei marcando pepe bianco al contrario dell’altra che puntava sul pepe nero. A poco varrà evidenziare che comunque sempre di frutta bianca o di pepe si tratta. La divisione rimarrà insanabile e anzi, si acuirà con l’avanzare del corso e della presunta competenza.

Questo perché in realtà l’amica ha sempre avuto un rapporto di “odio-amore” con l’altra. Partendo dalle scuole medie, dove aveva cercato più volte di fregargli il ragazzino, per arrivare al liceo, quando si faceva passare i compiti di matematica solo per farle notare che c’erano degli errori. Per non parlare poi del giorno della laurea in cui l’amica era arrivata quando tutto era finito da tempo. Insomma: l’amica ha un rapporto molto strano con l’altra e, se proprio dobbiamo dirla tutta, non si capisce perché l’altra non l’abbia mandata da tempo a cagare.

L’occhiuto laVin Lover evoluto dovrà puntare proprio su questa “sottile belligeranza” per entrare nelle grazie de l’Amica, anche se a scapito di un eventuale rapporto con l’altra. Dovrà centellinare però con attenzione i pareri a favore de l’ Amica, perché le sue affermazioni  risulteranno spesso campate in aria o completamente sbagliate.

Per esempio se l’Amica, in contrapposizione con l’altra sostiene che il Montepulciano è chiaramente il vitigno con cui si fa il Nobile di Montepulciano voi dovrete calare l’asso della vostra conoscenza storico-gastronomica, citando la zuppa inglese o la zuppa lombarda, entrambe nate lontanissime dalle terre della Perfida Albione o dai territori leghisti.
In questo modo le farete capire che ha detto una sonora stronzata senza per questo farle fare la figura di merda che invece si sarebbe meritata.

Ma tale situazione non è facilmente e soprattutto per molto tempo sostenibile. Per questo occorrerà sferrare l’attacco quanto prima, utilizzando la tattica che, con fine ma pungente fraseggio monsignor Giovanni della Casa definisce nel suo Galateo come “Chi l’ha più lungo se lo tiri!”

Dovrete, facendo leva sulla rivalità, istillare ne l’Amica la possibilità di farla diventare più brava dell’altra. Questo ovviamente in poco tempo, con delle “ripetizioni” quasi ad personam.

Capite ovviamente come occorrerà procedere con i piedi di piombo, utilizzando un chirurgico savoir faire.

Se però la situazione tracciata sopra dovesse tendere a peggiorare, potrebbe occorrere essere molto diretti. In quest’ultimo caso, la sera  che l’altra non sarà presente al corso per un qualsiasi motivo voi avvicinerete l’Amica e gli proporrete un breve corso avanzato, organizzato per pochissime persone (ovviamente non le direte QUANTE persone): tre serate  con relativo abbinamento cibo-vino (che i comuni mortali possono anche chiamare cene per imbroccare)le chiariranno tantissimi dubbi. Se accetta è praticamente fatta!

Dico praticamente, perché durante la prima lezione (che lei ha immediatamente inquadrato per quello che è e che voi avrete galantemente motivato come l’unico modo per poter stare un po’ da soli) potrebbe accadere questo. Al momento della vostra domanda “Ma mi spieghi che tipo di strana amicizia c’ è tra te e….X” lei vi risponderà guardandoti dritto negli occhi “Lei non è una mia amica, è la mia compagna!”, lasciandovi quindi lievemente spiazzato ma facendovi però immediatamente capire come tutti i contrasti sui vini fossero solo battibecchi tra innamorate.

Se questo dovesse accadere, a parte una revisione anche di questo secondo profilo, non dovrete assolutamente cedere a quel filo di sconforto che potrebbe fare capolino in voi ma puntare direttamente alla terza tipologia “La più bella del reame”.

Di questa parleremo la prossima volta.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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