Giugno 2011 l’estate che non arriva2 min read

A giugno l’estate non era ancora arrivata, anzi, è stato un mese molto più primaverile rispetto a maggio.
Affermare che è stato poco caldo e mediamente piovoso non basterebbe certo a dare la giusta importanza alle varie vicissitudini che si sono succedute nel corso del mese, di cui tutti abbiamo risentito.

Anzitutto dobbiamo premettere che giugno è iniziato sotto una eredità lasciata dalla primavera, con un’emergenza siccità che stava diventando molto pesante per alcune aree.

Il meteo della prima decade si è rilevato perturbato con non poche difficoltà operative tra i filari. La vite si trovava per alcuni vitigni nella fase di fioritura, una delle fasi fenologiche più delicate della sua stagione. In questa periodo si determina la futura quantità e quantità di uva e la velocità con cui questa fase avviene è determinante per la positività del suo risultato.

La disponibilità d’acqua è fondamentale, ma gli eccessi possono essere dannosi per il completamento dell’allegagione e della formazione dei primi acini. Per di più, in questo stadio la pianta è notevolmente sensibile alle patologie fungine.
Le varietà che erano in fioritura hanno risentito dell’andamento climatico della prima settimana con ripercussioni negative sull’allegagione con perdita di fiori e di frutti appena formati.

Si potrà sapere qualcosa di più dell’allegagione appena si formeranno meglio gli acini, e con il probabile risultato di vedere grappoli più spargoli e aperti che qualitativamente potranno essere una conseguenza positiva.

Le condizioni di pioggia e di umidità sono state favorevoli per le malattie fungine, facendo tenere alta la guardia per evitare la partenza della peronospora e della botrite, che avrebbero fatto perdere grappoli a scapito della qualità. E tra una pioggia e l’altra non è stato facile tenere difeso il vigneto, poiché il terreno era bagnato e la durata di oltre una settimana di condizioni piovose ha tenuto col fiato sospeso molti viticoltori.

Poi l’estate è potuta decollare con gradualità, senza che il caldo toccasse livelli eccessivi, esclusa qualche punta termica pochi giorni prima della fine mese.

La vite mostra un anticipo fenologico e generale di almeno una decina di giorni, facendo sì anche di completare con un certo anticipo i lavori principali della stagione della palizzatura e della prima cimatura.

In alcune aree del nord sono apparsi acini colpiti dall’oidio, favorito  dall’alto tasso di umidità e da giornate senza pioggia, ma molto più grave è la ricomparsa della flavescenza, malattia che mostra incrementi nella sua incidenza.

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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