Fabrizio Calastri foto

Fabrizio Calastri

Nomen omen: mi occupo di vino per rispetto delle tradizioni di famiglia. La calastra è infatti la trave di sostegno per la fila delle botti o anche il tavolone che si mette sopra la vinaccia nel torchio o nella pressa e su cui preme la vite. E per mantener fede al nome che si sono guadagnato i miei antenati, nei miei oltre sessant’anni di vita più di quaranta (salvo qualche intervallo per far respirare il fegato) li ho passati prestando particolare attenzione al mondo del vino e dell’enogastronomia, anche se dal punto di vista professionale mi occupo di tutt’altro. Dopo qualche sodalizio enoico post-adolescenziale, nel 1988 ho dato vita alla Condotta Arcigola Slow Food di Volterra della quale sono stato il fiduciario per circa vent’anni. L’approdo a winesurf è stato assolutamente indolore.

I cibi perduti di Luigi Veronelli

Trovi nella libreria di casa un libro rosso senza copertina. Lo apri e scopri che si tratta del “Alla ricerca dei cibi perduti” di Luigi Veronelli. E così ti si apre un mondo.

Galeotta fu la cena

E’ una bella storia da raccontare: c’è dentro enogastronomia di qualità, solidarietà, e tanta voglia di riscatto da parte di chi è partito con il piede sbagliato ed è alla ricerca di una seconda possibilità.

Il cibo ideale

Del rapporto fra cibo e salute non ne parlano solo medici, nutrizionisti, dietisti, ma anche grandi chef e gastronomi. In questo caso (purtroppo) il merito è di Francesca Pirozzi, una ragazza che non è più tra noi.