Angelo Peretti, direttore di Internet Gourmet, giornale online attivo da molti anni.

Le radici del Nizza, i tre Neuvsent di Cascina Garitina

Gianluca è uno dei fautori della docg del Nizza. È uno di quei produttori moderni che stanno parecchio sui social, che dialogano col mondo. È anche un convinto sostenitore della superiorità della chiusura a vite per i vini, anche i rossi, anche quelli da far invecchiare

La lussuriosa gastronomicità mantovana della Stazione di Castel d’Ario

Chiamasi “alla pilota” il risotto che nel Mantovano si fa sgranato, non mantecato, e condito con il pistume, ossia la carne di maiale tagliata a coltello nella medesima maniera con la quale si prepara per il confezionamento del salame. Chiamasi invece “col puntèl” il risotto alla pilota rinforzato con una braciola o con delle costine di maiale cotte a parte e poi posate sopra al riso direttamente nel piatto.

Ho bevuto un vino fatto col cividin ed è buonissimo

A fare il vino col cividin è un vignaiolo che si chiama Emilio Bulfon e sta a Valeriano, dalle parti di Pordenone, nel Friuli, e se ci fosse un Nobel per i vignaioli lo meriterebbe lui, perché da anni si è messo in testa di recuperare le vecchie varietà di vigna che si coltivavano un tempo da quelle parti.

VINerdì IGP: Goriška Brda Rebula Quercus 2012 Klet

Com’è piccolo il mondo, già. Così piccolo che mi trovo a scrivere in Italia di un vino della Slovenia bevuto in un ristorante in Svezia. Una Rebula, una Ribolla insomma. Cedro, pompelmo, un accenno di fiori bianchi, sale e freschezza, buona struttura senza cedimenti alla pesantezza, una beva piacevole.

Alla scoperta dello smørrebrød, in Danimarca

È una parola danese, appunto. No, meglio, è un simbolo della gastronomia della Danimarca. Viene da “smor og brod”, che significa “burro e pane”. Ma il burro e il pane – che è rigorosamente di segale, acido, marrone scuro, compatto e si serve affettato – sono solo gli ingredienti base.

Quel Centesimo che fa pensare al terroir

Certe volte mi domando se si tratti di suggestione. Può essere, ma anche no. Forse invece è davvero l’effetto di quella cosa che i francesi chiamano terroir e che è un insieme di vigna e di terra e di clima e soprattutto di umanità, di tradizioni, di storie delle comunità su un luogo particolare. Il … Continua a leggere