Anteprime toscane 2010: ecco i voti!5 min read

E’ giunto il momento, dopo aver ponderato abbastanza a lungo, di dare i promessi voti finali alle quattro anteprime toscane.

Come lo scorso anno scaturiranno da quattro voci:

Logistica (dove viene fatto l’evento: bellezza della location, sua fruibilità, possibilità di raggiungerla facilmente, parcheggi).

Organizzazione generale (reception, organizzazione spostamenti dei giornalisti. Livello e ricettività alberghiera durante l’evento).

Possibilità degustative (spazi a disposizione per degustare, collegamento internet, servizio vini, velocità e precisione del servizio. Facilità di incontro e di degustazione con i produttori).

Gastronomia (qualità dei cibi serviti nei pranzi e nelle cene, comodità di servizio durante i pranzi).

 
San Gimignano

L’organizzazione generale a San Gimignano è sempre di buon livello, come del resto la logistica e la sistemazione alberghiera. Per questo alle prime due voci diamo un 7,5.
Sala Dante non è il posto ideale per degustare (spazi non certo immensi, logica attenzione per la componente artistica del luogo) ma è sicuramente uno dei più belli dove si possa alzare un calice. Inoltre la degustazione a San Gimignano non è comparabile con quella delle altre tre location, perché qui si tratta di assaggiare un numero di vini ristretto. Quindi la media “ragionata tra la bellezza della sala ed il servizio  un po’ “ristretto” porta al 7.
Ad abbassare la media ci pensano purtroppo pranzi e cene, dove l’unica cosa che si è salvata è stato il gelato. Quest’ultimo era veramente buono ma il resto era da 4 pieno. Faccio l’esempio del pranzo dopo la degustazione: salumi pseudo-toscani da hard discount e riibollita con pezzi di pane ancora quasi secco, sono due delle chicche. 

Voto finale dopo media puramente matematica, 6.5.

Chianti Classico

Gli alberghi erano adeguati ed anche abbastanza vicini alla Stazione Leopolda, da noi rinominata “Paradiso Leopolda” perché è il luogo perfetto per la degustazione. Spazi, silenzio, luci perfette, un servizio sommelier assolutamente ineccepibile, wireless disponibile, tempi adeguatamente lunghi dedicati solo alla degustazione. Insomma, non diamo 10 solo perché si può e si deve migliorare, ma 9 è quasi punitivo. Seguono a ruota logistica  (anche se spendere, nell’albergo dietro la Stazione Leopolda, 20 euro per connettersi ad internet grida vendetta la cielo) e l’organizzazione generale, entrambi con un bel 8.
Pranzi e cene erano fatti da un catering. “Date al catering quello che è del catering” e quindi un 8 per servizio, mise en place e coreografia della cena di gala ,affiancato da un 5,5 sulla qualità dei piatti serviti. Un commento veloce? Un buon catering, ma sempre catering. Voto finale 7—

Il tutto porta ad una media molto prossima a 8.

Montepulciano

Capiamo che la città è piccola, ma poi non si devono lamentare se la gente mormora.  Dormire a Chianciano è già abbastanza triste ma ancora di più lo è “farcire, anzi rimpinzare”  una piazza meravigliosa come Piazza Grande di un padiglione tensostrutturato bianco, per di più chiamandolo pomposamente “PalaNobile”. L’anno prossimo dovrebbe essere nuovamente agibile la Fortezza, ma intanto questo passa il convento. Se poi passiamo a parlare del servizio il rischio è di mettersi le mani nei capelli (chi può…). Non so chi abbia ideato il servizio a “tramvia” di quest’anno, dove ogni sommelier, armato di due vini(sempre gli stessi), girava con tipologia random per la sala, servendo i fortunati che incocciava sul suo percorso e, purtroppo, non servendo gli sfortunati che il suo giro tagliava fuori. Risultato: molti hanno assaggiato più volte lo stesso vino e mai altri che magari sarebbero anche interessati di più. Voto al servizio 4.
Alla logistica diamo 6 perché siamo buoni ed all’organizzazione generale non più di 5. Sui pranzi e le cene non ci pronunciamo per mancanza di dati.

Quindi la media è 5.

 

Montalcino

Anche qui il tendone, anche qui il solito refrain che “il paese è piccolo e non ci sono strutture adatte per contenere…”etc. Nel tendone, complice anche il tempo inclemente c’era una confusione da bolgia dantesca. Provate voi a mettere assieme 130 produttori (con accompagnatore) altrettanti giornalisti, una trentina di sommelier ed un bel tot di altri addetti in uno spazio di circa 40 metri per 20 metri e poi immaginatevi il rumore. Meno male che il servizio quest’anno ha abbandonato lo stranissimo “piattone” dove si infilavano 4 calici, che venivano portati assieme (calici e piattoni) come una strana scultura. Il servizio con 6 bicchieri era quasi (ripeto quasi) efficiente come a Firenze. Quindi 7.5 al servizio. L’organizzazione generale era sicuramente oltre la sufficienza (6.5), con la logistica leggermente sotto, sempre tenendo bene a mente la frase “Il paese è piccolo e queste sono le strutture”. Sul cibo non posso dare valutazioni approfondite perché il solo pasto fatto è stato il buffet in piedi del venerdì su cui sarà meglio stendere un velo o un 4.5 pietoso.

Mediamente siamo quindi attorno al 6-6.5

Adesso, per citare qualcuno di molto scomodo, credo sia “giunta l’ora delle decisioni irrevocabili”. Se a Montepulciano, Montalcino ed in parte San Gimignano, non ci sono gli spazi e le strutture adatte, la manifestazione deve essere ripensata e spostata in altra sede. Non si vuole fare un tutt’uno a Firenze? Si crei un polo a Firenze ed uno a Siena dove poter assaggiare in santa pace. Chi vuole andare sul  territorio potrà farlo con i bus che giornalmente proporranno itinerari tra cantine. Chi vorrà rimanere ad assaggiare potrà farlo con la calma ed i tempi che tali vini richiedono. Oramai i giornalisti esteri hanno molte occasioni per visitare la Toscana ma ben poche per farsi un quadro esaustivo dei vini dei grandi territori DOCG. Tra Chianti Classico, Brunello e Nobile in 5 giorni si dovrebbero assaggiare quasi 700-800 vini senza però avere materialmente il tempo, almeno per provarci.

Meditate consorzi, meditate…

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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