Gambero Rosso, anche in bilancio!4 min read

Il Gambero Rosso è sicuramente la rivista più importante del settore e pubblica (da quest’anno sola, prima con Slow Food) la guida vini più letta e venduta in Italia e all’estero. Da tempo si parla della sua crisi, culminata con la cassa integrazione di almeno un 25% del personale.

Va detto che questa situazione di grave difficoltà riguarda sia tutto il settore della stampa enogastronomica sia quello della editoria in genere. Abbiamo comunque pensato che andare a controllare il bilancio della prima della classe fosse comunque interessante. Per questo abbiamo approfittato della possibilità data dalla legge,che obbliga  le SpA a rendere pubblico il bilancio, e lo abbiamo letto attentamente.

Per la verità io ho provato a leggerlo attentamente ma la mia ignoranza in questo settore mi ha portato a chiedere aiuto a chi ne sa più di me. Tra l’altro al responsabile del  I Numeri del Vino su cui potrete trovare  una seria analisi finanziaria del bilancio GRH (Gambero Rosso Holding) del 2007. Per quanto riguarda invece quello del 2008 ci riserviamo di leggerlo appena sarà disponibile.

Da ignorante di finanza alcuni dati mi hanno subito colpito: al 31/12/2007, a fronte di un fatturato di circa 13 milioni di € GRH aveva debiti (totalmente verso banche) di oltre 8 milioni di € ed un passivo a fine anno di circa 2,5 milioni di € . A queste grosse evidenze si aggiungeva quello delle perdite degli ultimi tre esercizi (2005-2006-2007)  che avevano oramai superato i 9 milioni di Euro. Considerando che di questo bilancio non fanne parte quelli di controllate come il canale televisivo Gambero Channel e la Città del Gusto di Napoli (anch’essi in passivo per complessivi quasi 2 milioni di Euro) non ci vorrebbe molto  per iniziare a cantare il de profundis.
Chi se ne intende più di me ha però detto di stare attento e di cominciare a porsi qualche domanda: Come mai, una ditta che è praticamente in perdita da anni (se non da sempre) è ancora in piedi? Chi e perché ha impedito quello che qualsiasi altra azienda in queste condizioni avrebbe fatto, cioè di portare i libri in tribunale?

Più che addentrarsi nel “chi” (Vedi: Gambero Rosso in scatola) questo articolo cercherà di comprendere il “perché”. Il perché lo si vede forse nelle voci  attive della raccolta pubblicitaria (+3,3%)  e della diffusione o vendite  (+6%). In un mercato in cui la Mondadori ha avuto un calo del 25% ( il dato medio è comunque un-6%) , dove la raccolta pubblicitaria media è cresciuta poco più del 2%, questi dati stanno a mostrare che comunque, con tutti i gravissimi  errori di gestione fatti, il Gambero Rosso ha un suo mercato di nicchia dove, se risanato,poter vivere. In altre parole è un marchio conosciuto, oramai radicato e con un suo valore intrinseco da non sottovalutare. Forse proprio per questo è ancora in vita, perché le banche creditrici vedono la possibilità, negli anni,  di rientrare del loro investimento.  Non solo, ma  “chi” ha rilevato nel 2008 GRH dai precedenti titolari (Bonilli & company) può aver capito che, dopo una severa cura dimagrante come quella a cui assistiamo in questi giorni, il Gambero Rosso, potrà rappresentare un marchio da utilizzare con successo. Tutto questo a maggior ragione se il “chi” in questione è già ben presente in altri settori dell’editoria….

Come detto però questa ottimistica immagine futuribile potrà avverarsi  solo a prezzo di grossi sacrifici, che sembra abbiano toccato, tocchino e toccheranno soprattutto il personale. Proprio per questo non si riesce a capire come  a fronte di una diminuzione di 22 unità lavorative nel 2007  il costo del personale sia aumentato del 9%. Un dato indubbiamente strano, spiegabile forse solo con degli incentivi di buonuscita.
Altro dato strano o comunque non frequente in bilanci aziendali riguarda il verbale dell’assemblea ordinaria dei soci che vede, relativamente alla presentazione del bilancio d’esercizio della società, alcune pagine  bianche con sopra la voce “omissis”. Una segretezza degna di bilanci da multinazionali che non può non riportarci alla memoria il fatto che l’attuale proprietario dell’intero pacchetto azionario e tuttora nascosto dietro l’invalicabile muro della Società Fiduciaria Milanese.

In definitiva: il Gambero è(era??) in Rosso: questo si capisce dal bilancio 2007. Lo era (è???) da tempo e di un rosso anche pesante. Nonostante questo ci sono segnali ,sia dal bilancio che soprattutto dallo passaggio di proprietà avvenuto nel 2008, che fanno sperare per il suo futuro. Speriamo solo che questo futuro non sia costellato solo di cassa integrazione e licenziamenti.
Adesso tutti gli occhi sono puntati sul prossimo bilancio 2008, da cui si capiranno molte più cose: appuntamento a presto.  

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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