Otto Marzo, ecco i migliori vini da bere tra donne5 min read

Ennesimo evergreen del nostro direttore, dovete avere pazienza, l’Ego peggiora con l’età.

 

Se San Valentino è una festa che ci trova per definizione perdenti, abbiamo subito l’occasione di rifarci con l’Otto Marzo, Festa della Donna. In questa data non abbiamo niente da temere, a meno che la vostra donna non sia allergica alla mimosa. Ma l’attesa della celebrazione è molto più blanda e, cosa assolutamente da non disprezzare in tempi di Champions League, vi ritroverete la serata libera perché oramai è di prammatica  la cena tra donne.

Per una volta permettetemi però di calarmi nei panni femminili ed immaginare il martirio a cui si sottopongono in questa occasione.

Non crediate che una cena tra donne sia una cosa semplice. Tutte la mettono giù scanzonata “Dai andiamo a farci una pizza insieme. Vengono anche…(segue elenco)” . Poi si scopre che A è allergica alla farina, B non sopporta l’odore di quel ristorante, C non ha la macchina e quindi bisogna  andare vicino a casa sua oppure passare a prenderla, D ha il corso di yoga e esce tardi, E non mangia carne, F non mangia pesce, G, H, I e L sono a dieta. Quindi più che una cena diventerà peggio dell’accordo di Camp David, con conseguente sfibramento di coglioni di colei che inavvertitamente ha deciso di radunare le amiche per l’Otto Marzo.

Se riuscirà comunque a trovare un locale e a non trasformare il tutto in un aperitivo lungo, in un brunch serale, in un happy hour fuori tempo massimo, ma in una cosa dove si potranno mettere i piedi sotto il tavolino e mangiare qualcosa di serio e caldo, arriverà il momento della scelta del vino. Nel gruppo c’è sempre una che se ne intende e quindi a lei sarà  delegato il compito.

La poveretta dovrà quindi scegliere tenendo presente che: A non beve i bianchi perché le fanno venire mal di testa, B non sopporta i rossi troppo strutturati, C ama solo le bollicine, D non beve però se il vino è buono…, E non mangiando carne preferisce i bianchi, F non capendo un cazzo di vino ha sentito  parlare tanto bene degli spumanti rosé, G,H,I e L sono a dieta e L è anche famosa per  essere  di braccino corto.

Come potete capire per destreggiarsi in questa giungla e uscirne vive bisognerebbe essere la versione femminile di Houdini ma molto più brave dell’originale. Per questo mi permetto di consigliare alcuni vini, magari non proprio facili da reperire ma di sicuro successo, specie se calati in precisi contesti e discussioni.

Ecce Homo, preferibilmente del 33 D.C.

Più che un vino una continua sferzata di energia! La prima versione del  Lacrima Cristi, adattissimo per discussioni dove si parla di ex (fidanzati e mariti in prima fila). Riuscirà a farvi inquadrare perfettamente l’argomento e grazie alla sua viva acidità, quasi a scarnificarlo. Non vi accorgerete di berlo se non al trentanovesimo sorso.

Homo Homini Lupus, Cuvée Cappottin.

Vino ancora più estremo del precedente:  la sua grande alcolicità riesce a mettere nella testa della donna che lo beve idee molto precise su come suscitare gelosie tra uomini. La sua grande struttura si abbina perfettamente a cappottini cuciti addosso a maschi spesso inconsapevoli ma comunque, inevitabilmente, colpevoli.

Dieta Continua Demi-Sec

Nella sua inconfondibile bottiglia sottilissima è un vino famoso per avere un estratto secco incredibile e per mostrare un perlage finissimo, quasi etereo. Perfetto come abbinamento ad un chicco di riso bollito, anche ripieno.

Portalo a tua madre, Brut!

 Dal nome capite che trattasi del famoso vino per palati forti e disinibiti, a base di Pelaverga e Durello. Anche questo è abbinabile a discussioni dove la classica protervia maschile viene fatta a fette e servita calda.

Il tuo è un Santo

 SanGiovese in purezza, vino morigerato e compassato, non vi tradirà mai. In alcuni casi però, specie se vi viene proposto da un’amica famosa per non fermarsi di fronte a niente, può istillare in voi qualche dubbio sulla tenuta nel tempo.

Col dito, col dito!

Vino semplice, immediato ma goduriosamente lubrico: oggi può essere ordinato anche tramite i canali digitali.

Cielo, mio marito!

Potente, lungo e molto persistente all’inizio. Lasciatevi tranquillamente trasportare dal suo nerbo, dal suo vigore,  tanto sapete che tende a perdere consistenza, quasi a smaterializzarzi dopo un po’, specie se si avvicina un uomo, in particolare se coniuge.

Elena si, ma di….

Vino quasi mitologico, da uve rosse. Combattivo e tenace, anche se poco affidabile. Prodotto che riesce quasi sempre a far innamorare un palato maschile, è adattissimo per cene ove alcune presunte amiche vengono messe sulla graticola.

Felicità

Vino che tutte cercano immancabilmente di acquistare e di sorbire sino all’ultima goccia, pagandolo spesso prezzi irrazionali per poi rimanere, a lungo andare, deluse ma comunque pronte ad un nuovo acquisto.

Conte Ugolino

 Adatto a colei che sta uscendo da un inferno. Perfetto per donne che hanno molto sofferto e vogliono superare un momento difficile. La sua corposità vi abbraccerà, la sua densità, specie se servito (come dev’essere!) freddissimo, vi costringerà quasi a prenderlo a morsi. Abbinamento consigliato: cervello fritto.

Happy hour

Spumeggiante, piacevole, brioso, dal prezzo contenuto e DURA PURE UN’INTERA ORA. NON PERDETEVELO!

69 Rosé

Famoso rosato a base di pecorino, passerina, negroamaro e nerello mascalese; adatto per una cena decisamente molto trasgressiva. Va gustato con calma, aspettando che si spogli da solo di alcuni ritrosie.

Buon Otto Marzo (e ogni giorno successivo e precedente) a tutte le donne.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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