La stampa estera a portata di clic:Terre de Vins, Horse-sèrie, dicembre 20163 min read

Il numero fuori collezione che chiude l’annata 2016 di Terre de Vins è interamente dedicato allo Champagne, con un inserto speciale sul Cognac.

 

Apre l’editoriale di Rodolphe Wartel , dedicato naturalmente allo Champagne, che, annuncia, tra l’altro, un grande evento destinato esclusivamente alla  bevanda nazionale di Francia , che si svolgerà il 13 maggio prossimo al Pavillon Combon, nel quartiere della Madeleine.

 

Di seguito, le pagine di Archi-Tendence (l’architettura nel mondo del vino) sono dedicate all’Hotel particulier recentemente ristrutturato dello Champagne De Venoge a Épernay.

 

Un servizio di Laure Goy e Sylvie Tonnaire, dal titolo “Viaggio al centro della bolla”  introduce il lettore nelle grandi cantine champenoises. L’intervista di questo numero è a Maxime Toubard, Presidente del Syndicat Général des Vignerons de Champagne su ciò che cambia e cambierà nella regione.

 

Thierry Perardelle presenta la grande classe di Mailly Champagne, nella Montagne de Reims, poi è la volta di Michel Drappier, per “Sur le divin avec…”, un’intervista a tutto campo di Joëlle Weiss Boisson e Rodolphe Wartel.

 

E ancora: il talento zen di Benoît Marguet, con vigne a Bouzy e Ambonnay, la saga della famiglia Fleury e i suoi Champagnes biodinamici della Côte-de-Bar.

La grande degustazione che è al centro di questo numero riguarda il “ritorno” degli Champagnes sans-année: una giuria di  26 assaggiatori (esperti della rivista, giornalisti, cavistes e professionisti specializzati di differenti settori commerciali e vari terroirs) presenta i migliori sans année .

 

Stupisce, con 20 su 20 lo Champagne 3A di De Sousa. Di seguito Joëlle Boisson assaggia per TdV  le “pepite iconiche”, le grandi cuvées Prestige dello Champagne, e poi quelle delle Grandi Marche da milioni di bottiglie,  mentre tocca a Thierry Perardelle commentare i millesimati di vignerons.

 

Completano la sezione degli assaggi due verticali “storiche”.La prima (è sempre Joëlle Boisson a illustrarla) sulle eccezionali riserve storiche della Bollinger, provenienti dalla Galérie 1829, nella quale sono conservate più di 7.000 bottiglie di 65 diversi millesimi, risalenti fino al 1830.

La cuvée più giovane (si fa per dire) è un Vieilles Vignes Françaises del 1969, per arrivare al Bollinger Vintage 1830. La seconda verticale descrive otto millesimi, dal 1993 al 2008 , della Cuvée des Caudalies di De Sousa.

A commentarla è Geoffroy Orban. In questo numero sono tre le Escapades, le grandi escursioni enoturistiche nei diversi terroirs della  Champagne.

 

Si comincia con la Côte-de-Bar, poi è la volta della Côte-des-Blancs, per chiudere con i Coteaux viticoles historiques , uno dei tre territori recentemente iscritti dall’UNESCO al Patrimonio Mondiale.

 

Per ciascuno di essi sono descritte le cantine emblematiche, i siti da visitare, quelli da scoprire, dove mangiare e bere bene. La sezione dedicata alla gastronomia ci conduce  a Parigi al Ristorante Sur Mesure dell’Hôtel Mandarin Oriental, con il tandem Thierry Max-David Biraud per assaggiare gli abbinamenti tra Champagnes e cucina fusion.

Chiude con un tocco di nostalgia un ricordo del discorso del 4 luglio 2015 di Pierre Cheval, Presidente dell’Associazione Paysages du Champagne, nel quale esprimeva la sua gioia  dell’iscrizione al Patrimonio dell’UNESCO dei Coteaux, delle Maisons e delle Caves della Champagne.

Nell’inserto dedicato al Cognac si parla di accordi tra cibi, cognac e cinema, di cocktails al cognac e di grandi selezioni dello storico distillato.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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