Degustazione Valpolicella Superiore e Ripasso: scordiamoci il 2014!2 min read

Al contrario che nella degustazione dell’amarone,   di Valpolicella Superiore e Ripasso abbiamo ricevuto molti vini dell’ultima annata in commercio e quindi possiamo tracciarne un quadro abbastanza realistico.

Purtroppo quest’annata si chiama 2014 e quello che si pensava è avvenuto: la mancanza di corpo e di equilibrio è una delle caratteristiche in cui ci siamo scontrati, affiancata da una tannicità amarognolo che anche qualche grammo di zucchero residuo non riusciva ad attenuare.

E’ difficile indorare questa pillola e quindi speriamo solo che vendemmie come la 2014 non ricapitino più.

Naturalmente qualche buon vino, sia Superiore che Superiore Ripasso, c’è ma si contano sulle dita di una mano: per il resto…parliamo dei 2013.

 

Anche qui l’annata non è stata spettacolare, ma niente in confronto al 2014: i vini hanno mostrato un corpo medio di buon livello, nasi più espressi e, specie nei Ripasso, una maggiore rotondità e piacevolezza.

Tra l’altro ci è sembrato di vedere un’abbastanza netta inversione di tendenza nell’utilizzo del legno, molto mitigato rispetto al recente passato.

Forse sarà stato anche  “merito” di due vendemmie dove il legno andava dosato col misurino, ma il fatto che i produttori se ne siano accorti e abbiano agito di conseguenza è comunque un segnale positivo.

Quindi chi beveva Ripasso o Superiore perché li trovava “quasi amaroni” si troverà spaesato, mentre chi cercava in questi vini un po’ di eleganza sarà senza dubbio felice di come i produttori abbiano interpretato queste due vendemmie.

 

A proposito di simil amarone: se la media qualitativa degli amarone è molto alta, quella di queste due tipologia è lontana dall’esserlo. A parte cinque vini (il 7.50% del totale, non è poco) scartati perché con chiari problemi, ci sono troppi vini (circa 20, pari quasi al 29% dei degustati) con punteggi veramente bassi.

Questo non è certo un bel biglietto da visita per tipologie importanti e con una delle due (il ripasso) in continua crescita. Capiamo che fare ripasso non è facile, ma non lo ha ordinato il medico e soprattutto oggi in cantina la tecnica e la tecnologia dovrebbero dare garanzie quasi totali.

Insomma, una maggiore attenzione a questi “secondi vini” non guasterebbe, sempre in attesa che ritorni in auge il tanto (da noi) amato Valpolicella, vino fresco, piacevole, profumato che non può non piacere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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