Bardolino 2015: buoni…sia col pathos, sia col logos!3 min read

Ci definiscono degustatori seriali e non hanno tutti i torti. Del resto se uno degusta migliaia di vini l’anno non può certo essere definito astemio, ma il termine seriale non mi è mai piaciuto perché non tiene conto della passione, anzi del “pathos” che mettiamo nei nostri assaggi.

Fatemi fare per altre due righe il professorino e poi smetto: “pathos” dal greco può essere tradotto come emozione,  qualcosa di non controllabile e si oppone al “logos” che è la pura razionalità.

 

Tutto questo pippone per dire che ci sono degustazione dove il logos, la ragion di stato, il dover degustare, prevale e quelle in cui il pathos è libero di emozionarsi e provare grande piacere nell’assaggio.

 

La degustazione annuale dei Bardolino è senza dubbio una di quest’ultime e parto con elencarne le ragioni.

 

Per prima cosa mi sono sempre piaciuti i vini rossi giovani dotati di grande frutto e rotondità al palato, inoltre il Bardolino è un vino duttile, può essere servito fresco in estate durante pranzi semplici ma sfiziosi e nello stesso tempo può invecchiare, anche per diversi anni, ed essere godibile su piatti importanti.

Consideriamo anche che costa poco, in alcuni casi molto poco. Mi sembra di aver messo giù una bella serie di motivazioni ma mi stavo scordando la più importante: il Bardolino è buono e anche il nostro assaggio di quest’anno lo ha confermato.

 

In campo c’era l’annata 2015, calda e difficile e quindi non certo  l’ideale per rossi giovani che basano anche sulla fragranza dei profumi il loro appeal. Durante l’anteprima a marzo non è che ci avessero convinto in pieno ma sono bastati quattro mesi per trasformare il “quasi” brutto anatroccolo in un cigno.

 

I migliori Bardolino 2015 hanno  frutto rosso e note pepate al naso, accompagnate da buona rotondità dove una giusta acidità svolge un ruolo importante. Quelli meno…”top” hanno comunque buona beva e visto che quasi il 70% dei vini degustati ha ottenuto almeno 2.5 stelle, possiamo dire che bere un buono/ottimo Bardolino non è certo un’impresa.

 

Certo, direte voi, ma tutti quei milioni di bottiglie che si trovano a pochissimi euro nei supermercati e a agli autogrill dove le mettiamo? Purtroppo le mettiamo dove sono, ma da una parte ci sembra che piano piano la situazione generale stia migliorando e  dall’altra, se date retta alle nostre valutazioni, sicuramente vi troverete più che bene.

Sempre seguendo i consigli di Winesurf vi troverete bene anche acquistando Bardolino di qualche anno, come i due 2014 in commercio quest’anno che hanno ottenuto ben 4 stelle, segno che quanto detto all’inizio non era… una pia illusione dettata dal pathos, ma una seria constatazione dovuta al logos.

 

Scherzi a parte (col Bardolino mi piace anche scherzare), gli assaggi di 2015 (e 2014) mi hanno soddisfatto  e sono convinto soddisferanno anche voi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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