Gli assenti hanno sempre torto ! E’ quello che viene da pensare a conclusione dell’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo tenutasi a Chieti il 24-26 giugno.
A fronte del grande sforzo degli organizzatori, la partecipazione dei produttori non è stata quella che ci si aspetta da una manifestazione che aspiri a rappresentare,unica nella regione, i vini di questo territorio.
Ignoriamo le ragioni di questa assenza, ne ovviamente spetta a noi dire se è giustificata o meno: costatiamo comunque che è una scelta che sicuramente non permette ai buyers, giornalisti ed ospiti di cogliere a pieno le potenziali di un territorio.
Un territorio che in questi ultimi anni ha visto nascere e crescere, dopo un periodo di assestamento, molte aziende private ed un bel gruppo di cooperative, con una produzione totale regionale di circa 2,5 milioni di ettolitri provenienti da quasi 33mila ettari e con il 45% imbottigliato in regione.
I numeri, anche se importanti non raccontano però quanto l’Abruzzo vinicolo sia cambiato in questi ultimi anni. Alle storiche Doc, Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo e Cerasuolo d’Abruzzo, Controguerra e alla Docg Colline Teramane, si sono poi aggiunte in anni più recenti le Doc Villamagna, Tullum, Ortona e Abruzzo.
Con quest’ultima si è andato a colmare un vuoto riempito con vitigni di più recente affermazione, in particolare Pecorino, Passerina e Cococciola, apportando nuovo slancio produttivo con una produzione di 15 mila ettolitri circa.
Oggi le aziende presenti sul mercato sono oltre 200 con una produzione totale di 50-60 milioni di bottiglie.
Una regione importante, per i numeri ma anche per storia e tradizione, che ha espresso grandi nomi nel panorama nazionale : Valentini, Pepe, Masciarelli, solo per citarne alcuni. Allora non si capisce come si possano ignorare opportunità come quella offerta da questa manifestazione, che ha presentato in degustazione, svoltasi nel bellissimo Museo Archeologico Nazionale La Civitella, solamente 18 campioni dell’annata 2013.
Questo nonostante la partecipazione di 40 cantine, presenti con i propri banchetti nella sala dedicata a gl’incontri con gli operatori.
Mancavano ovviamente i grandi nomi che sempre più frequentemente, ma questo non solo in Abruzzo, disertano questo tipo di manifestazioni.
Certo avranno le loro ragioni e padronissimi di farlo, ma pensare che si possano affrontare le sfide del mercato contando solo sulle proprie forze aziendali, mi sembra miope.
E’ per questo che credo che le ragioni siano molto più complesse, politiche, nel senso più ampio.
Per fortuna nella manifestazione c’era anche l’aspetto “popolare”, un’apertura al grande pubblico che ha avuto come palcoscenico lo splendido centro storico, invaso da “ Itinerari Wine, Food & Culture tra musei, palazzi e cortili per una narrazione a più dimensioni della città.
Per gli assenti un’occasione persa senz’altro.
C’è da augurarsi che manifestazioni di questo tipo, magari (come si diceva un tempo) dopo un confronto leale e costruttivo, possano trovare un più ampio consenso per essere condivise con il maggior numero di produttori possibili, altrimenti il gioco non vale la candela.