I migliori vini prodotti a Roma4 min read

Mentre si continua a parlare (a torto o a ragione) della Doc Roma, che si è presentata in grande stile, ben pochi sanno che nella città eterna esistono molti vigneti e da anni e anni producono vini di assoluto pregio. Eccovi una breve guida ai migliori prodotti della capitale.

 

 

Riesling GRA (Grande Raccordo Anulare)

Un Riesling stranamente rotondo e circolare, ma con la classica aromaticità del vitigno spinta all’estremo.

 

 

Bricco Scajola

L’esposizione bancaria sud-sud est, conferisce a questo vino una struttura incredibile, tanto che lo stesso produttore ha più volte dichiarato “Io avrei fatto un vino così potente? Sinceramente non ricordo. Forse l’ha prodotto un altro a mia insaputa!”

 

 

Clos Colosseo

Vino che in passato aveva chiari sentori animali,  quasi selvatici, negli ultimi 1500 anni si è  ripulito, spogliandosi  di alcune pesanti strutture che lo avvolgevano. Grazie ad un sagace uso del tempo ha fatto precipitare alcune parti che gli conferivano un profilo storico ma superato, fino ad arrivare al vino di oggi, essenziale ma estremamente scarno, tanto da invogliare l’attuale enologo marchigiano ad un restyling molto discusso ma improcrastinabile.

 

 

Bianco Fontana di Trevi

Mario Trevi è l’attuale proprietario dell’azienda  che si tramanda di padre in figlio da tempi immemorabili, nonostante le ripetute offerte di acquisto arrivate da ogni parte del mondo (famosissima quella di un viticoltore americano, resa immortale in un celebre film). Il Fontana di Trevi è un bianco all’apparenza acquosa, ma con un naso dove alla spicciolata si percepiscono centinaia di sensazioni metalliche. In bocca è invece marmoreo ma lineare, di assoluta compattezza stilistica.

 

 

Derby Wine

Vino assolutamente particolare, a seconda dell’annata può essere rosso con tonalità giallastre o bianco con particolari sfumature azzurre. E’ comunque un vino amato o odiato, non passa mai sotto silenzio: gli appassionati di questo prodotto si riuniscono in gruppi che, sotto i fumi delle stesso, spesso si lasciano andare a scene esecrabili.

 

 

Governo all’uso romano

Più che un vino una serie di prodotti che utilizzano la stessa tecnica enologica: si parte rendendo torbido un prodotto limpido, attribuendo però il fatto a motivi di salute pubblica. Successivamente si consultano carrozzoni di esperti o presunti tali che dicono la loro sul come rendere di nuovo limpido il prodotto, salvo non arrivare mai ad una decisione definitiva e condivisa. Intanto il tempo passa è il vino diventa aceto, facendo incazzare tutti i milioni di italiani che speravano di gustarlo. A quel punto gli esperti  si rimpallano le responsabilità e, senza aspettare la nuova vendemmia, eleggono un nuovo enologo capo che dovrà gestire il vino in futuro. Questo inizia  rendendo torbido un prodotto limpido….

 

 

Transtevere DOC

Vino di incerta definizione organo-lettica: talvolta ha suadente morbidezza femminea, altre volte piglio e nerbo maschile. Dicono dipenda dalle annate…mah…

 

 

Verdello romano

Vino di bassa Lega, allungato spesso con acqua del fiume Po.

 

 

Gaglioppo Romano

Vitigno vinificato in varie zone della capitale, ogni tanto viene messo a maturare in vasche (dette celle) di cemento vetrificato. L’affinamento in questi particolari serbatoi è però quasi sempre insufficiente. 

 

 

Grillo

Questo vino-vitigno è la vera novità del panorama enologico romano. In realtà era da tempo presente in zona ma  con metodi di vinificazione che facevano ridere. Da qualche tempo ha invece sviluppato un’impensabile acidità che gli ha dato nerbo e potenza. Il tutto, unito ad un prezzo non solo abbordabile ma incredibile (i produttori sostengono di non intascare alcun compenso) sta facendogli trovare sempre più clienti.

 

 

Vaticanaiolo

Prodotto in pochissime bottiglie da un microscopico vigneto nei Giardini Vaticani, dicono abbia caratteristiche particolarissime, quasi miracolose. Bisogna però stare attenti nel berlo perché dà facilmente alla testa: allora la vista si annebbia, si sdoppia, addirittura si triplica. Pare che Papa Francesco, per scherzo, l’abbia fatto bere a dei cardinali della curia quando era assieme al Papa emerito Ratzinger e questi tra i fumi dello spirito, abbiano dichiarato di vedere sei papi.

 

 

 

Se i lettori fossero a conoscenza di altri vini prodotti nella capitale sono pregati di farli conoscere anche a noi, riportandoli nei commenti qua sotto.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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