Ristorante Ritterhof: buona cucina non solo altoatesina.3 min read

Di ritorno dalla Val di Fassa il lunedi di Pasqua, decido di passare per l’ormai arcinota Wein-Strasse che incrocio poco più in là di Ora (o AUER come si dice da queste parti).

La strada ormai la conosco da svariati anni, le cantine….pure. Di ristoranti, anche stellati, se ne incontrano a bizzeffe.
E’ il lunedi di Pasqua, turisti a frotte si sparpagliano verso il Lago di Caldaro, con una certa invidia da parte mia.
Avevo scelto da tempo per questo rientro il ristorante Ritterhoff, che si trova ubicato, ovviamente, sull’omonima cantina a Caldaro.

Qui regna da alcuni anni lo Chef Alessio Brusadin, il cui cognome tradisce le origini non certo siciliane. Con il passaggio da alcuni blasonati ristoranti in Italia e all’estero, propone una cucina diversa dalle solite proposte….autoctone.
Il posto è carino, ordinato, caldo, familiare e dispone di un centinaio di coperti tra esterno e le tre sale interne, con il “must” della veduta sul lago e sugli elegantissimi vigneti che fanno di questa zona la felicità degli appassionati.

Ma torniamo a noi: la mis en place  è sobria e ordinata ed in tema con il locale. Veniamo alle  proposte di Alessio: la carta  propone piatti…..Italiani vari, accontentando però i gusti più vari. A proposito esiste anche un menù per i più piccoli.

le nostre scelte iniziali sono cadute su delle verdure pastellate con una leggerissima salsa in agrodolce, su un fritto assolutamente perfetto e non unto (cosa non sempre facile da trovare) e su dei tortelli di melanzane con pomodorini leggermente caramellati, un piatto che ritenevo un po’ pesante e che invece era leggero e ben equilibrato  nei sapori.
A seguire mio figlio Marco ha scelto un guanciale di manzo con contorno di piccoli canederli che si rivela una felicissima scelta perché  ben strutturato, sicuramente gustosissimo e che  avvicina la tradizione locale.

Di contro Gabriele è andato su un piatto sardo: i malloreddus conditi con pomodoro e salsiccia, ovviamente sarda. Strano trovare un piatto così in Alto Adige ma Alessio ci ha spiegato che la volontà del locale è quella di far conoscere i piatti regionali italiani, così come recita il menu’ in vetrinetta appesa ai piedi degli scalini di ingresso.
Lucia ed io abbiamo optato per una costata di manzo, presentata ben sporzionata con contorno di valeriana e patate al forno a spicchi. Qualità eccelsa e cottura perfetta.

In carta segnalo anche gnocchi di patate al ragu’ di cervo, porcini e parmigiano   nonché un carpaccio di manzo marinato al miele e rosmarino con lamponi e caprino.

Beviamo (dovendo giocoforza anche brindare al compleanno di Donna Lucia e del Santo del Giorno, San Marco) un Pinot Nero della cantina sottostante. Crescendo è il suo nome e si rivela un ottima scelta. L’annata è il 2007, il costo 32 euro, direi ben spesi.

A proposito di vini: la carta  è in linea con la cucina regionale Italiana. I vini spaziano per tutto lo stivale con scelte oculata in base ai piatti proposti. Oltre ovviamente ai vini locali  vengono proposte scelte Toscane, Piemontesi, Sarde e Siciliane.
I costi  sono equi: Merlot di Cortaccia 2006 a 34 euro, Il Gewurztraminer 2010 di Ritterhoff a 16,5 mentre il Kerner di Novacella a 22. Barolo di Parusso 35a annata 2005 a 48 euro.

Ma per chi non vuole rischiare la patente esiste anche una scelta di vini al bicchiere con prezzi che oscillano sui 4-5 euro.

Tornando al cibo chiudiamo con una variegata scelta di dessert tra i quali spicca un tiramisu’ al frutto della passione veramente da favola.

Veniamo al conto: I prezzi sono ragionevoli con le Le verdure pastellate a 7 euro, i primi tra i 9 e gli 11, la costata di manzo a 25 euro e in generale gli altri secondi sui 15-20 euro. (il guanciale a 19)
Dimenticavo: Il personale è gentilissimo ….

Carte di credito accettate
Ampio parcheggio
Chiuso il lunedi e martedi a pranzo

RISTORANTE RITTERHOF
Strada del vino 1 A
39052 CALDARO

TEL. 0471 963330
FAX 0471 538730
WWW.RESTAURANT-RITTERHOF.IT
info@restaurant-ritterhof.it

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE